Siria 2008, Massimo e Matteo

 

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6-7 Novembre 2008

Partiamo la sera del 6 Novembre con un po’ di perplessità (come si dimostrerà poi, ampiamente giustificate) per la situazione di Alitalia, flagellate da scioperi, blocchi e disservizi vari.

Comunque il volo di andata si svolge regolarmente e atterriamo a Damasco nel cuore della notte.

L’organizzazione funziona bene; ad attenderci c’è l’esimio Ziad, provvisto di pulmino nuovo fiammante, che provvede a trasferirci allo Sheraton Hotel di Damasco.  Qui rimaniamo attoniti di fronte ad una bellezza locale che annusa languidamente una rosa purpurea, e scivoliamo sotto le coltri per un breve riposo – “Welcome to Syria!!!”.

Alle 11:45 antimeridiane ci mettiamo in viaggio per Palmira, celebre città carovaniera assurta a notevole splendore durante il periodo di anarchia militare dell’Impero Romano (metà del III secolo d. C.).  Lungo la strada sostiamo al Bagdad Café, dove sperimentiamo la piacevole frescura del periodo sorseggiando un buon caffè turco.  Giungiamo nel pomeriggio a Palmira dove scendiamo allo Zanobia Hotel “Cham Palace”, situato in splendida posizione proprio in mezzo alle rovine.  La cena è consumata in un simulacro di tenda beduina con spettacolo annesso; nonostante l’aspetto ultraturistico del tutto la serata non è priva di spunti interessanti, come il particolare stile canoro del panzuto beduino o la vetustà del suonatore di doudouk.  Ciò che ci sorprende spiacevolmente è l’improvviso precipitare della temperatura dopo il tramonto (da 22° a 3° nel giro di un’ora), fatto che non sarà privo di conseguenze nei giorni successivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8-nov   

La mattina ci vede svegli a orari decisamente inconsueti, e decidiamo di sfruttare la splendida posizione dell’albergo per una escursione tra le rovine, popolate esclusivamente di qualche cane randagio.  L’aria è tersa e fredda, la luce radente dona alle colonne e ai templi abbandonati una atmosfera netta da quadro metafisico.

Dopo colazione passiamo alla visita accompagnata da guida locale (pagata a conti fatti una fortuna rispetto agli standard locali…l’unica sòla della vacanza) della città, visitando dapprima le singolari tombe a torre, poi il centro cittadino con i colonnati, il teatro miracolosamente intatto e un poderoso tempio.  Singolari sono le commistioni, evidenti nei bassorilievi, di costume romano e parto-sassanide.

Nel pomeriggio, lasciata la guida, ci concediamo una passeggiata per il centro cittadino di Palmira, sorseggiando una birra in una bar locale e osservando i costumi indigeni.  Arrivo a contare 6 autoctoni (2 adulti e 4 bimbi) su un singolo motociclo, all’uopo ricoperto di vello di pecora…

 

 

 

 

 

 

9-nov   

Dopo la colazione rimirando le rovine ci mettiamo in viaggio verso est, in direzione del confine iracheno.  Giungiamo in tarda mattinata a Dura Europos, sito archeologico con rovine di una delle più importanti città – fortezza del limes romano, celebre per numerosi ritrovamenti di pitture, vesti e armi perfettamente conservati.  Della città rimangono soprattutto le imponenti mura a picco sull’Eufrate; l’insieme è suggestivo per la vastità che denuncia l’importanza del sito come guardia della frontiera orientale dell’Impero, e per il silenzio che vi regna; anche qui le rovine sono praticamente a nostra esclusiva disposizione.

Nel pomeriggio raggiungiamo Mari sul fare del tramonto; questo sito non ha nulla di spettacolare, ma è significativo per l’estrema antichità (Mari era città sumera già fiorente XXIV secoli prima della nostra era).  Vaghiamo un po’ per gli scavi cercando di ricostruire la pianta degli antichi palazzi, e concludiamo la giornata con un buon tè offertoci dagli estremamente ospitali autoctoni.  Pernottiamo a Deir Ez Zor, città adagiata sulle rive dell’Eufrate, dopo una lauta cena a base dell’immancabile Hommous e Kebab.

 

 

 

 

         

 

10-nov  

Partiamo la mattina presto per la grande traversata verso ovest, per raggiungere Aleppo.  Sulla strada visitiamo Rasafah, un altro importante fortilizio del limes romano, definitivamente abbandonato poco dopo la conquista araba.  Del sito rimane una suggestiva cinta muraria che emerge nel deserto come un miraggio, e delle interessanti rovine di chiese bizantine all’interno.  Le case, costruite in mattoni di fango, sono ridotte dalle intemperie a dei cumuli di terra che danno all’interno del sito un aspetto lunare.

In serata, giunti ad Aleppo e preso alloggio all’ Aleppo Mirage Palace, ci concediamo una passeggiata per la città vecchia, perdendoci nei Khan (caravanserragli) tra le bancarelle di spezie, profumi e tessuti per la quale la città è famosa fin dall’antichità.  Incontriamo fortunosamente uno storico locale di squisita simpatia e disponibilità, il quale si offre spontaneamente di farci da guida per il centro di Aleppo, consentendoci l’accesso a siti chiusi, guidandoci per i mercati e coronando il tutto con una escursione sui tetti per dominare dall’alto la grande moschea durante la preghiera serale.

1-nov  

Utilizzando Aleppo come base partiamo per una giornata di visite nei dintorni.  Dapprima giungiamo all’eremo di S. Simeone lo stilita, che domina dall’alto dei suoi 1300mt un paesaggio di suggestiva bellezza.  Le rovine della basilica e degli edifici annessi sono di grande eleganza architettonica e il luogo ispira grande suggestione.Più tardi visitiamo l’impressionante sito di Serjilla, una città bizantina abbandonata da quattordici secoli, in cui molti edifici sono ancora in ottime condizioni, permettendoci di apprezzare criteri costruttivi e dettagli architettonici. Al tramonto compiamo una breve ma estremamente suggestiva visita ad Apamea, di cui rimane una spettacolare via colonnata, illuminata dalla suggestiva luce dorata che dona una aspetto da quadro neoclassico.

 

12-nov  

Il giorno successivo partiamo alla volta di Latakia (Laodicea), non senza una rapida visita alla cittadella di Aleppo.  Lungo la strada visitiamo Ebla (nota per lo spettacolare ritrovamento degli archivi reali da parte di una missione archeologica italiana) e il castello cosiddetto di Saladino (Qalaat Saladin), in realtà fortezza crociata protetta da un imponente crepaccio artificiale.

Latakia è una grossa delusione: nonostante il nome illustre, non c’è un cane che venda uno straccio di tabacco da pipa! In più piove a dirotto e le nostre condizioni fisiche non sono proprio brillanti; ci consoliamo con una ottima spigola in un ristorante del porto.

 

 

 

 

3-nov  

Partiamo da Latakia e ci dirigiamo a sud verso il Libano.  Lungo la strada visitiamo il sito fenicio di Amrit, con un singolare tempio con il sacello al centro di una vasca lustrale, e un’altra fortezza crociata (Al-Marqab).

Nel pomeriggio ci attende la spettacolare visita del Krak des Chevaliers, il più imponente e meglio conservato castello dell’epoca dei Regni Latini.  I bastioni, torrioni e grandi sale dal soffitto a crociera costituiscono un complesso realmente impressionante.

La sera pernottiamo a Hama, nota per le Norie, grandi ruote ad acqua che assicuravano l’alimentazione degli acquedotti della città.

14-nov  

La giornata ci riporterà a Damasco, attraversando il Libano per visitare il sito di Baalbek.

Dopo le tediose procedure alla frontiera percorriamo la famosa valle della Bekaa, tra le due catene di Libano e Antilibano, per raggiungere questo grande centro cultuale. Le rovine sono realmente impressionanti per proporzioni ed eleganza; colonne di 22 metri di altezza e 2 di diametro, fregi di 3 metri, monoliti della base di 500 tonnellate.  Una singola pietra arriva a pesare 850 tonnellate!!

Uno dei due templi è anche in eccellente stato di conservazione, e consente di farsi un’idea dell’imponenza che doveva caratterizzare il tempio principale, crollato per un terremoto.

 

15-nov  -16-nov  

Le ultime due giornate sono dedicate a un giro complete della antichissima città di Damasco, ad una breve gita a Malloula, un villaggio dove ancora si parla l’aramaico, nonché a un meritato relax in un ottimo hammam del centro.  Nella notte del secondo giorno riusciamo a rientrare in Italia nonostante gli scioperi a grappolo, con un piacevolissimo ricordo di questo paese ricchissimo di storia e cultura.

 

 

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