Giappone 2009, Massimo e Matteo

 

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Il viaggio in questione è stato deciso con un rapidità folgorante, degna dei colpi di spada di Musashi Miyamoto, su proposta del Pubblicano, al cui sguardo rapace non sfuggì una fugace offerta della compagnia di bandiera nostrana per un volo a prezzo ridotto Roma – Osaka. Nel giro di tre minuti dalla proposta i due nobili soci si trovavano provvisti di biglietto e gravidi di aspettative sul paese del Sol Levante.

Le poche settimane successive sono state dedicate alla elaborazione dell’itinerario e alla prenotazione degli alberghi (indispensabile visto il periodo vacanziero in Giappone), nonché all’indispensabile abbonamento ferroviario (Japan rail pass). Il volo, della durata di tredici ore complessive, è trascorso tranquillamente, con l’unico inconveniente di un giapponese ubriaco sdraiato scompostamente sul pavimento con la consorte che cercava vanamente di rianimarlo.

Alle ore 10:00 del 25 Aprile i nostri, con la rimarchevole compagnia della nobile consorte del Pubblicano, donna Cristiana, si ritrovavano all’aeroporto di Osaka Kansai, gioiello dell’architettura contemporanea del nostro Renzo Piano. Il piano prevedeva un trasferimento diretto a Tokyo tramite il mitico Shinkanzen (treno superveloce), e l’impatto con l’efficienza nipponica è stato caratterizzato proprio da questo treno ultramoderno e di nitore rimarchevole. Il cortese saluto con la manina degli addetti alle pulizie in uniforme da collegiali segnava l’uscita del treno-proiettile lanciato a tutta velocità verso la capitale imperiale. Giungiamo a Tokyo nel primo pomeriggio sotto una pioggia battente.

Il nostro hotel è nella zona di Ginza, ricca di uffici e negozi di moda. Impieghiamo il resto del pomeriggio in una passeggiata decisamente umida per il quartiere, rifugiandoci di tanto in tanto in imponenti centri commerciali lussuosi e semivuoti (la crisi si sente anche qui).

Chiudiamo la faticosa giornata con una cena in un ristorante del centro commerciale, ansiosi di un sonno ristoratore. Il 26 aprile ci vede impegnati nella visita del museo nazionale, complesso di diversi edifici che racchiudono un numero di pezzi non molto ingente ma sufficientemente rappresentativo della storia e della cultura giapponese. Fortunatamente il tempo si è rimesso al bello, e dopo la visita pranziamo spartanamente in un parco pubblico, circondati da autoctoni festanti in clima da gita scolastica, per poi incamminarci per ammirare il nostro primo tempio, quello di Senso-Ji.

           

 

 

 

 

Si tratta di un ragguardevole tempio buddista fornito di un imponente portale, di fronte al quale si raccolgono numerose bancarelle che vendono di tutto e risucchiano Cristiana per il tempo necessario allo scrivente ad eseguire lo schizzo di un angolo del tempio e interloquire con un visitatore indù incuriosito dalle pratiche grafiche del sottoscritto (circa un’ora complessivamente).

Riunito il gruppo, i nostri si riavviano verso il centro godendosi la luce dorata del tramonto sui grattacieli di Tokyo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 27 aprile è una giornata tersa e soleggiata. Prendiamo un treno locale per Nikko, amena località montana a nord di Tokyo, dove giungiamo a metà mattina. La stazioncina è stata progettata nientemeno che da Frank Lloyd Wright all’inizio del XX secolo, e dà all’abitato, insieme al lindo panorama alpestre, un’idea di villaggio svizzero.

Ci inerpichiamo verso il centro templare nostra meta, immerso in un bel bosco di cedri giapponesi, agitati sommessamente dalla fredda brezza dei monti. I templi sono interamente in legno, ottimamente integrati con l’ambiente circostante, e risalgono all’epoca Togukawa (fine del XVI secolo), comprendendo al proprio interno anche il mausoleo di Tokugawa Yemitsu, nipote del grande Yeiasu che riunificò il Giappone dopo secoli di guerre

        

 

 

 

      

 

Ricche decorazioni dorate arricchiscono i frontoni e le porte monumentali. Dopo un veloce pranzo a base di katsudon (riso, uova e carne) visitiamo la villa dove Hiro Hito trascorse il periodo bellico; la villa, interamente in legno a pareti mobili, è circondata da un bel giardino botanico. Al calar del sole, spinti da un vento gelido, riguadagniamo il trenino che ci riporta a Tokyo, dove concludiamo la giornata con un lauto pasto a base di carne arrostita su un piccolo braciere incorporato nella tavola.

             

 

Il 28 aprile comincia con una visita guidata ai giardini del palazzo imperiale, ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

 

 

 

Nel primo pomeriggio il Pubblicano e signora si dirigono ad un quartiere trendy di Tokyo, mentre il più tradizionalista MC si reca a rendere doveroso omaggio al museo della Spada, piccolo e decentrato ma simbolicamente significativo.

                

 

 

La giornata del 29 è dedicata alla visita di Kamakura, antica capitale imperiale nei secoli XIII – XIV, ora centro templare e turistico, meta di gite familiari per gli abitanti di Tokyo e dintorni. Visitiamo un tempio buddista e un santuario scintoista. E’ giorno di festa nazionale e il posto è affollato di gitanti. Nel pomeriggio ci fermiamo a Yokohama, di cui visitiamo l’area portuale, ricca di grattacieli, tra cui quello più alto del Giappone (280 m), dalla cui cima godiamo di uno splendido panorama.

 

 

 

 

 

Chiudiamo al giornata cenando in un “all-you-can-eat” di ravioli al vapore nella Chinatown della città, dove il Pubblicano corona la cena nutrendosi voracemente di zampe di gallina in salsa piccante.

Il 30 lasciamo Tokyo per trasferirci nell’antica capitale di Kyoto. Arrivati all’albergo, nel pomeriggio ci dirigiamo a visitare il Ryoan-Ji, con il celebre giardino zen, e il Kinkaku-Ji, complesso templare che comprende il Padiglione d’Oro, pittoreschi laghetti artificiali e una bella casa da tè.

 

 

 

 

 

 

 

          

 

Ci trasferiamo poi nella parte est della città, dove percorriamo la passeggiata del Filosofo, piacevole itinerario lungo un ameno fiumiciattolo circondato da casupole e negozietti (fortunatamente per la borsa del pubblicano oramai chiusi vista l’ora pomeridiana).

All’imbrunire ci troviamo nella celebre via di Pontocho, costellata da antichi ristoranti frequentati da Geishe e clienti. Dopo lauto pasto ci dirigiamo alle saune del nostro albergo, per le rituali abluzioni serali.

          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 1 Maggio visitiamo il castello di Kyoto, arricchito da splendide pitture del XVI secolo,

         

 

per poi trasferirci a Nara, dove vediamo un gigantesco tempio in legno contenente una ancora più imponente statua di Buddha.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pranziamo con un Okonamiyaki, sorta di frittatona di uova, verdure e condimenti a scelta cotta su una piastra dinanzi a noi. L’ultima giornata trascorre tra il tempio dei mille Budda e l’assistere a suggestive cerimonie nuziali,

       

poi dirigiamo all’avveniristica stazione dei treni di Kyoto, e iniziamo il viaggio di rientro per l’Italia

 

Ah, dimenticavamo...: chi ha detto che le giapponesi non sono degne di attenzione?

 

                

 

        

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