Scozia 2007, SF Gianfra

 

 

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Scozia, agosto 2007

 

Nessuno mi ha mai parlato male della Scozia.

Peraltro non ricordo amici o conoscenti che me ne abbiano mai parlato benissimo. E questo, dopo 10 giorni trascorsi da quelle parti, risulta oggettivamente assai grave. Senza ripercorrere passo passo una vacanza letteralmente sorprendente rispetto le già alte aspettative, ecco di seguito alcune riflessioni in ordine sparso.

Cominciando dalla fine, appare indispensabile segnalare il Crannaig House di Aberfoyle. Per l'ultima notte si era alla ricerca di un posto piacevole ma vicino all'aeroporto di Edimburgo. Detto e ben più che fatto: a poco più di un'ora di autostrada dall'Ingliston airport ci si può trovare in una splendida riserva naturale tra abeti, laghetti e fantastici piccoli villaggi.

In particolare il B&B da noi scelto, e consigliato a chi legge, è incantevole. Una grande casa vittoriana nel paese, ma così ben nascosto tra alberi e prati da sembrarne fuori. Padroni gentili e simpatici, le uova della colazione vengono dalle galline del giardino e le camere non hanno i numeri, come le stanze della casa di amici che vi ospita. Ad Aberfoyle abbiamo cenato al Forth Inn, che consigliamo anche per vedere la monumentale sala delle armi che ospita i tavoli. Il cibo era ben preparato.

Proprio sulla strada verso l'aeroporto il colpo finale di un grande viaggio, l'Inchmahome Priory. Parliamo delle maestose rovine di un priorato della fine del XIII sec poste su un'isoletta nel mezzo dell'unico vero lago scozzese. Certo il sole della giornata rendeva tutto più bello, ma comunque è un luogo dove poter passare beatamente una giornata a leggere su una delle panchine piazzate con intelligenza nei punti migliori. Una barchetta ti porta avanti ed indietro ad intervalli non troppo regolari.

Tornando indietro occorre dedicare un'attenzione particolare all'Isola di Skye, è certamente qui che abbiamo provato le sensazioni più forti nei confronti di una natura esuberante e prepotente. La base era Portree, situata strategicamente e assai graziosa, presso il Duirnish B&B. E' indubbiamente da consigliare, lindo e pinto, tutto arredato di rosa (!) con un'ottima colazione.

Nelle due giornate integralmente dedicate all'isola abbiamo percorso circa 300 km per esplorare prima il nord e poi parte del sud.

E' tutto meritevole del viaggio ma, a nord, sono veramente superlativi il piccolo paesino di pescatori di Stein, dove purtroppo non siamo riusciti a tornare per provare un ristorantiello di pesce segnalato dalla Michelin. E il Neist point, all'estremo nord-ovest, dove una passeggiata assai ripida permette di raggiungere la casa del faro in un paesaggio di strapiombi e prati improvvisi, indimenticabile.

A sud avevamo due mete precise, la distilleria del famoso ed ottimo Talisker ed una località decisamente remota: il Loch Cuirisk.

Nel primo caso abbiamo fatto una visita molto ben organizzata in quella che, però, è ormai chiaramente diventata una affermata realtà industriale. Per dire, il negozio annesso vendeva anche i wiskhy prodotti un pò dappertutto, in Scozia, dalla grande multinazionale ormai licenziataria dei vari marchi. Diversamente, nel secondo caso ci è sembrato di toccare il punto estremo del pianeta, una sorta di paradiso perduto fuori dal mondo. Giunti faticosamente ad Elgol, per stradine ripide e strette, ci siamo imbarcati alle 14.15 per una strana crociera che prevedeva 1 ora e mezza di navigazione e 1 ora e mezza a terra, ma per fare che?

Facendo un breve prologo occorre dire che, in un libro di foto sfogliato a casa nel B&B che ci ospitava, ci siamo imbattuti in una singolare riproduzione di un disegno ottocentesco.

Vi era raffigurato un piccolo lago circondato da delle incredibili pareti frastagliate e a strapiombo: Loch Cuirisk appunto.

Alla fine siamo riusciti a capire dove era ed eccoci, ora, curiosi e copertissimi per il freddo, scendere dal battello che ci lascia ad un minuscolo imbarcadero.

Non un segnale, non un qualcuno cui chiedere, non un sentiero segnato, solo tre spagnoli davanti a noi prendono a destra su una superficie che alterna grandi pietroni lisci a parti verdi e umidissimi dove il piede affonda nel fango.

Siamo sul bordo di un ruscello che si va allargando sempre più fino a diventare un loch, la vista davanti a noi è parzialmente coperta da queste strane formazioni di roccia tutte da scalare. Capiamo che il fondo non è ancora raggiunto, vediamo delle pareti a strapiombo ma non dove finiscono verso terra. Ad un certo punto gli spagnoli, sembrando provati, ci vengono incontro. Hanno rinunziato a proseguire e noi, invece, continuiamo questo percorso immaginario, faticoso ed affascinante. C'è il sole, un gran vento e una temperatura decisamente rigida.

Alla fine si apre davanti a noi la parte finale del lago, da un punto imprecisato della parete che lo chiude una cascatella vi si getta dentro, i sassoni piatti, inclinati e scaldati dal sole sono un ideale e confortevole punto di osservazione. Senza parole!

A Portree è opportuno rifocillarsi all'Isle Inn, tradizionale ed affidabile, mentre da evitare il pretenzioso Chandlery, con un servizio pessimo ed un cibo non esaltante.

Per il resto del viaggio, alla rinfusa ma rimarchevoli: la Rosslyn Chapel vicino ad Edimburgo e l'Holyrood Castle in città, il Cawdor Castle vicino Inverness, gli Hercules Gardens del Blair Castle, Pitlochry con la deliziosa distilleria dell'Edradour, il giro intero del Loch Ness, il villaggio di Ullapool e le sue foche.

Insomma da non mancare e da ritornare.

 

SF GIANFRA

 

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