Los Roques
2008, SF Gianfra
Los Roques, Venezuela, febbraio 2008
Dunque la prima informazione per tutti coloro che dovessero decidere di avventurarsi in questo fantasmagorico arcipelago è: diffidate di qualsiasi proposta che qualche modo risulti proveniente da GIORGIO SERLONI.
Abbiamo avuto problemi di tutti i generi con tutti i diversi aspetti delle sue purtroppo numerose attività.
Evitate quindi di scegliere la Bluestar Airlines per il pur necessario viaggio da Caracas a Gran Roque, come, potendo, evitate la Posada Aquamarina. Infine, avendoci a che fare, non credete nulla di ciò che dovesse garantire.
Per il resto oltre che da Caracas si sappia che Gran Roque si può raggiungere via Londra anche dalla Isla Margarita. Considerando le pressoché nulle attrattive della caotica capitale venezuelana, direi che si tratta della soluzione ideale.
Comunque, fatta questa necessaria premessa, Los Roques merita ampiamente il viaggio dell'amante del mare e della natura, come anche dell’appassionato pescatore. Il colore dell’acqua in particolare propone una tale varietà di sfumature di turchese da lasciare semplicemente sbalorditi e la possibilità di cambiare isola ogni giorno è estremamente piacevole.
L’arcipelago
vede l’isola di Gran Roque come l’unica capace di ospitare indigeni e ospiti
senza però offrire spiagge apprezzabili. Tutt’intorno isolotti di varie
dimensioni ed attrattive attendono di essere goduti in pace e relax. Hanno quasi
tutti qui nel nome, Madrisqui, Espenqui, Pelona di Rabusqui, Crasqui etc. Si va
dalla lingua di sabbia in mezzo al mare, stile barzelletta della settimana
enigmistica; alla laguna dove si può nuotare con le tartarughe; alla lunga
spiaggia dove un ristorantino serve aragoste a prezzi contenuti.
A Gran Roque, al momento, non ci sono tecnicamente alberghi ma posade, l’80 per cento delle quali gestite da italiani. Pur distinguendosi per livello di confort, trattasi di sistemazioni di massima informali, con poche camere e a chiara conduzione familiare.
La nostra si chiama Movida, condotta dai fiorentini Mario e Livia. 6/7 camere, 2 grossi tavoli per i pasti in comune, 1 terrazza con amache e divani per guardare le stelle.
In effetti una specie di albergo c’è, ma trattasi di una struttura locale al momento non particolarmente attraente.
La nostra posada ha anche una barca che, carica ombrelloni e di ghiacciaie con i viveri, ci lascia la mattina sulla spiaggia prescelta per recuperarci all'ora richiesta.
Proprio nella fruizione del mare vi è qualche aspetto da registrare. C’è la tendenza a pretendere che tutti si faccia colazione alle 8.00, per partire tutti verso le 9 e tornare tutti verso le 18. La flessibilità in questo ordine definito è scarsa o pressoché nulla e, a tacer d’altro, non siamo praticamente riusciti a goderci le serate per la stanchezza da 8 ore di mare filate.
In due occasioni comunque abbiamo chiesto di venirci a prendere alle 15.00 e abbiamo sfruttato il tempo con una breve passeggiata alla collinetta più alta di Gran Roque da cui godere del tramonto. Per il resto spero che le foto qui accluse rendano giustizia ad un mare fantastico.