MATTEO

Matteo Zoffoli, Pubblicano.

L'ESPERIENZA DI VIAGGIO: a Sarawak, di fronte al forte del Rajah Brook, compimento di una promessa fatta a me stesso   vent'anni prima

IL TABACCO: una sigaretta araba a 13 anni, ascoltando il richiamo di un muezzin che ti dice che il viaggio è dentro di te, per sempre

IL WHISKY: sorseggiare l'Edradour davanti al fuoco nella hall della distilleria bourbon del Blue Cat Blues di Deep Ellum, Dallas

 

  IL PERSONAGGIO

La conoscenza con il socio fondatore Matteo Zoffoli, il Pubblicano del club, risale al 1976, anno della prima media presso il glorioso Istituto Marcantonio Colonna.

Per l’amicizia, quella vera, occorre attendere il 1980, primo giorno del quinto ginnasio, quando l’invadente persona del socio fondatore Ignazio si siede nel posto al primo banco accanto a quello di Matteo.

Questi oppone una debole protesta, avendo sperato in un diverso occupante, ma è sopraffatto dalla personalità dell’invasore. Il bel connubio durerà fino al terzo liceo, anno della maturità.

Frequentano la stessa classe gli imberbi, ma già in gamba, Massimo (Mastro Cerimoniere) e Marco (Socio Fantasma).

Matteo si distingue per la sua brillante e versatile intelligenza ed eccelle in tutte le materie, ad eccezione della ginnastica e, in generale, delle discipline sportive che lo vedono arrancare, ora dietro un pallone da football, ora abbarbicato su una pertica, senza ascendere né discendere.

L’incedere dinoccolato e imprevedibile, la naturale ossutaggine, il costante tentativo di applicazione sul campo di gioco di ineccepibili teoremi fisici ne hanno reso una temibile presenza negli sport di squadra per i propri compagni.

Plurilaureato in materie affatto distanti (fisica e geografia), il gossip non lo vede particolarmente dedito alle perdizioni dietro al gentil sesso; per tale motivo viene presto fatto oggetto di solo apparentemente fondati studi sul fenomeno dell’ermafroditismo nel genere umano.

Detti studi sono presto interrotti per la manifesta non appartenenza del soggetto a tale genere e per avere egli nel frattempo pervicacemente corteggiato una avvenente ragazza che diventerà sua moglie e madre di due meravigliosi bambini.

Matteo è un compagno vero, sottile, colto, attento, parco, intelligente. Alcune di queste sue doti lo hanno portato alla naturale nomina di Pubblicano del club. La raccolta dei fondi, vero problema di ogni sodalizio tra gentiluomini (sia detto: più sono i gentiluomini, più – stranamente – il problema sussiste) non conosce intoppi o contrattempi. Le rimesse affluiscono con puntualità e precisione: la versatilità del personaggio, l’ostinazione, la capacità matematica, l’amore per la storia e gli studi combinati su grandi personalità del passato come Torquemada e sull’applicazione di istituti di diritto aboliti, ma mai dimenticati, come quello dell’arresto per debiti, uniti ad una sapiente pratica sul metodo, lo rendono vero ed unico peritus peritorum nell’arte dell’esazione.

I sodali, con occhi rigonfi e portafogli sgonfi, gli riconoscono unanimi tale dote.

Il Siniscalco tenta con ogni mezzo, compresa l’intimidazione rivolta alla persona ed ai congiunti più prossimi del Pubblicano (tipico modus operandi dovuto alle sue ascendenze siciliane) di attingere alle casse sociali per l’acquisto dei generi di conforto per i soci del club.

Queste naturali tensioni, a scapito delle apparenze, contribuiscono ad alimentare vieppiù l’ormai  ultraventicinquennale, profonda amicizia con il Pubblicano.

 

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